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TERAMO. Le organizzazioni sindacali del trasporto pubblico locale, insieme alle rispettive RSA territoriali, denunciano un progressivo e sistematico indebolimento del servizio TPL nella provincia di Teramo.
Partendo dalle ultime comunicazioni aziendali sulla riorganizzazione dell’esercizio e sui nuovi turni delle sedi di Pescara, Atri e Giulianova, i sindacati parlano apertamente di “penalizzazione del territorio teramano” sia in termini di programmazione ed erogazione del servizio affidato dalla Regione Abruzzo, sia per gli effetti organizzativi ed economici che colpiscono il personale delle sedi distrettuali di Teramo e Giulianova.
Uno scenario che, in vista della scadenza dell’attuale affidamento “in house” al 31 dicembre 2027, viene definito “insostenibile per il futuro dell’azienda regionale su questo territorio”.
Di seguito i principali punti di criticità che le sigle sindacali intendono portare al confronto.
Turni di lavoro e riorganizzazione del servizio
Le ultime informative interne – spiegano i sindacati – hanno introdotto ulteriori elementi di svantaggio per la sede di Giulianova. Una richiesta formale di incontro presentata dalle RSA il 21/10/2025 non ha ancora ricevuto risposta.
Secondo le organizzazioni sindacali, questa mancata interlocuzione lascia intravedere la volontà aziendale di ridurre progressivamente il servizio su gomma a favore di quello su ferro, senza un reale confronto preventivo né una valutazione condivisa degli impatti su lavoratori e utenza.
Subconcessioni e qualità del servizio
È prevista – denunciano i sindacati – l’assegnazione in subappalto di ulteriori 5 turni della sede di Teramo a microimprese private. Una scelta che si aggiunge alle esternalizzazioni già praticate e che, a loro avviso, ha prodotto finora un peggioramento tangibile della qualità del servizio, in assenza di un controllo effettivo da parte di TUA, così come invece stabilito nei capitolati di gara.
Oltre al tema della qualità, viene contestata anche la sostenibilità economico-finanziaria di tali subaffidamenti, ritenuta quantomeno dubbia se rapportata al pesante contraccolpo sulle condizioni lavorative e occupazionali del personale in servizio nelle residenze coinvolte.
Non meno grave, per i sindacati, è l’assoluta vaghezza dei criteri con cui vengono individuate le linee da subconcedere, archiviate genericamente come “linee marginali” senza alcun metodo oggettivo, trasparente e verificabile di selezione.
Evasione tariffaria fuori controllo
Un altro fronte caldo è quello dell’evasione tariffaria. I sindacati parlano di una quota di utenti “in costante crescita” che viaggia senza titolo di viaggio, con percentuali di mancato pagamento ritenute ormai “oltre ogni soglia immaginabile” e con un impatto economico diretto sul bilancio aziendale.
Tale situazione viene attribuita alla totale assenza di politiche aziendali mirate al contrasto del fenomeno. A ciò si aggiunge la chiusura, per oltre un mese, della biglietteria della stazione di Giulianova e la cronica insufficienza di verificatori dei titoli di viaggio, fattori che nei fatti agevolano ulteriormente l’evasione.
Transizione ecologica: Teramo esclusa
Mentre in altre aree della regione – in particolare nell’area metropolitana Pescara-Chieti – sono già realtà mezzi a metano prima e a trazione elettrica oggi, e mentre ad Avezzano è partita una sperimentazione innovativa con un autobus a idrogeno, la provincia di Teramo risulta completamente tagliata fuori dalla transizione green del parco rotabile.
Per i sindacati, questa esclusione è il segno evidente di una programmazione che considera il TPL teramano come un comparto fermo, destinato a rimanere in una condizione “immobile” rispetto all’evoluzione tecnologica e ambientale in corso altrove.
Si chiede quindi all’azienda di chiarire quali progetti, quali investimenti e quali tempi intenda mettere in campo per introdurre anche nel territorio teramano mezzi a minore impatto ambientale.
Fermate non segnalate e sicurezza
Nonostante diverse segnalazioni nel corso degli anni – da ultimo una nota del 02/04/2024 – molte fermate lungo la rete provinciale risultano ancora prive di adeguata segnaletica o con indicazioni incomplete.
Questa situazione, sottolineano i sindacati, incide direttamente sulla sicurezza del servizio, sia per gli utenti sia per il personale viaggiante, che si trova spesso nell’incertezza su come comportarsi in presenza di fermate non correttamente identificate.
Le carenze, già richiamate anche in una precedente nota del 06/10/2015, sarebbero tutt’altro che risolte e interesserebbero un numero significativo di punti di fermata su gran parte delle linee provinciali.
Piazzale San Francesco: cantiere infinito e rischi quotidiani
I lavori di ristrutturazione e completamento della stazione bus di Piazzale San Francesco procedono, secondo i sindacati, con tempi eccessivamente dilatati, al punto da rendere impossibile ipotizzare una data realistica di conclusione e riconsegna dell’opera.
Nel frattempo, gli autisti devono svolgere il servizio in condizioni ritenute “critiche”: l’area destinata a carico e scarico dei passeggeri e la vicina zona di sosta dei bus sono costantemente invase dal traffico privato, creando situazioni di pericolo sia per gli utenti sia per gli operatori.
Deposito aziendale di Teramo: fondi PNRR ma condizioni critiche
Nonostante la presenza di finanziamenti PNRR finalizzati alla riqualificazione funzionale della sede di Teramo, lo stato della viabilità interna e dei piazzali di sosta viene descritto come “fortemente degradato”, con un manto stradale in pessime condizioni.
I sindacati segnalano inoltre che i lavori di adeguamento e ampliamento del piazzale ovest, dati per conclusi entro lo scorso settembre, risultano fermi dal mese di luglio, senza alcuna comunicazione ufficiale sul motivo dello stop né sulla nuova tempistica di completamento.
La richiesta: aprire subito un tavolo di conciliazione
Alla luce di tutte queste criticità, le organizzazioni sindacali chiedono formalmente la convocazione di un tavolo di conciliazione, come previsto dal “Regolamento provvisorio delle prestazioni indispensabili e delle altre misure di cui all’art. 2 comma 2 della legge 146/90, come modificata dalla legge 83/2000, nel settore del trasporto pubblico locale” e dalla Deliberazione 02/13 della Commissione di garanzia sull’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
Obiettivo dichiarato: discutere nel merito ogni singolo punto, ottenere risposte chiare dall’azienda e scongiurare un ulteriore peggioramento delle condizioni del servizio e del lavoro nel trasporto pubblico della provincia di Teramo.