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TERAMO. Un passaggio decisivo nel procedimento per violenza sessuale di gruppo ha radicalmente cambiato il quadro dell’inchiesta. Dopo l’interrogatorio della ragazza teramana in sede di incidente probatorio, il giudice per le indagini preliminari, Lorenzo Prudenzano, ha disposto la revoca delle misure cautelari nei confronti dei sei giovani di Sant’Egidio alla Vibrata, ai domiciliari da circa quaranta giorni.

Secondo il giudice, sono venuti meno gli elementi di gravità indiziaria che avevano giustificato la misura restrittiva. La decisione accoglie le istanze presentate dai difensori, trovando concorde la procura soltanto in un caso, quello in cui la pm Enrica Medori, titolare dell’indagine, aveva espresso parere favorevole alla scarcerazione.

Durante l’audizione protetta, la ventenne parte offesa ha ribadito di aver subito palpeggiamenti e violenze fisiche la notte del 12 luglio scorso sul lungomare di Tortoreto, ma ha chiarito di non essere in grado di riconoscere chi tra i presenti avesse compiuto gli atti. Tale precisazione ha segnato un punto di svolta nella valutazione del materiale probatorio.

Nell’ordinanza, il giudice sottolinea come la ragazza abbia confermato di aver subito un’aggressione, ma al contempo ha ridimensionato la propria ricostruzione iniziale, non individuando più con certezza gli autori. Le sue dichiarazioni, rese ora nel pieno contraddittorio tra le parti, assumono dunque “preminenza epistemologica” rispetto a quelle rilasciate in precedenza alla polizia giudiziaria.

Alla luce di questa nuova versione dei fatti, il tribunale ha ritenuto venuto meno il presupposto per il mantenimento della misura cautelare, determinando la liberazione dei sei giovani.

L’episodio al centro del procedimento risale alla notte tra l’11 e il 12 luglio, quando – secondo l’originaria ricostruzione accusatoria – la ragazza e il suo fidanzato sarebbero intervenuti per soccorrere un diciottenne aggredito dal gruppo di Sant’Egidio. Ne sarebbe seguito un parapiglia durante il quale il giovane sarebbe stato colpito al volto e la ragazza palpeggiata e strattonata.

Tutti gli indagati, assistiti dagli avvocati Gennaro Lettieri, Gabriele Rapali, Florindo Tribotti, Alessandro Angelozzi, Giuseppe Di Domenico, Nello Di Sabatino, Stefano Chiodini, Stefano Di Filippo e Silvia Morgante, hanno fin dall’inizio respinto con fermezza ogni accusa.
La giovane vittima è difesa dall’avvocato Nicola Sotgiu.

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