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TERAMO – Dopo anni di silenzio e abbandono, a Prato Selva si riaccende la speranza. Dalla struttura commissariale per la ricostruzione post-sisma arriveranno tre milioni di euro destinati al rifacimento della seggiovia dell’Abetone, un impianto ormai a fine vita tecnica e danneggiato dai terremoti del 2016.
Il finanziamento, annunciato ieri durante un incontro in Provincia, rappresenta il primo passo concreto verso la rinascita della storica stazione sciistica nel territorio di Fano Adriano, ferma dal 2015 e vittima di un lungo contenzioso gestionale.
All’incontro erano presenti il presidente della Provincia Camillo D’Angelo, insieme ai liquidatori della Gran Sasso Teramano (Gst) – Valerio Ferro, Giorgio D’Ignazio e Piergiorgio Passerini – che hanno illustrato le prossime mosse dopo la recente ordinanza della Corte d’Appello dell’Aquila, la quale ha stabilito che la Gst può rientrare in possesso delle attrezzature di Prati di Tivo e Prato Selva.
Verso la riconsegna degli impianti
I liquidatori hanno già inviato una nota ufficiale al custode giudiziario Marco Finori, invitandolo a una riconsegna bonaria e rapida degli impianti. In caso contrario, si procederà per vie legali.
«Alla restituzione dei beni seguirà una perizia tecnica per verificare lo stato delle attrezzature – hanno spiegato – poi ci attiveremo per consentire la riapertura nel più breve tempo possibile».
La data chiave è il 16 dicembre, quando la magistratura si pronuncerà sul ricorso di Finori contro la precedente sentenza del tribunale di Teramo.
Una rinascita attesa da dieci anni
A Prato Selva oggi regnano degrado e silenzio: albergo e rifugio chiusi, la seggiovia inutilizzabile, gli impianti della Ginestra abbandonati e vandalizzati. Ma con il nuovo finanziamento e gli 800 mila euro regionali del bando “Montagne illuminate” destinati al rifugio a monte, il quadro inizia finalmente a cambiare.
Il sindaco di Fano Adriano, Luigi Servi, accoglie la notizia con soddisfazione:
«Finalmente si torna a parlare di Prato Selva. È un segnale concreto: ora valuteremo come muoverci per restituire vita alla nostra montagna».
Servi, da sempre in prima linea per la valorizzazione della località, aveva persino proposto l’acquisto della stazione da parte del Comune per favorire uno sviluppo turistico sostenibile e il recupero della viabilità.
Provincia e Gst al lavoro per il futuro
Il presidente D’Angelo ha confermato l’impegno della Provincia:
«Interverremo con tutte le manutenzioni necessarie per rendere operativi gli impianti. La Gst è in liquidazione, ma stiamo valutando diverse soluzioni, anche con l’interesse di possibili privati, per garantire una gestione stabile e duratura».
D’Angelo ha ribadito che la cabinovia di Prati di Tivo, di proprietà provinciale, resta un asset strategico per l’intero comprensorio montano.
«L’obiettivo è arrivare a una soluzione definitiva che tuteli sia i soci che la comunità. La montagna teramana merita un rilancio turistico serio e sostenibile».
Un primo spiraglio, dunque, si apre tra le nevi dimenticate di Prato Selva.
Dopo anni di promesse e contenziosi, i tre milioni per la seggiovia dell’Abetone potrebbero segnare l’inizio di una nuova stagione per l’intero comprensorio del Gran Sasso teramano.