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Un frammento di passato remoto è riemerso ad Atri, in provincia di Teramo, dove durante i lavori per la realizzazione del metanodotto Cellino Attanasio – Pineto è stata rinvenuta un’inaspettata necropoli risalente alla prima età del Ferro.

La scoperta è avvenuta in contrada Casabianca, località Casoli, grazie al monitoraggio costante degli archeologi di ArcheoLab. Sotto pochi metri di terreno sono affiorate dieci tombe ad inumazione, databili tra l’850 e il 750 a.C. Alcune di esse conservano ancora tracce dei tumuli di ciottoli fluviali che le ricoprivano, con diametri compresi tra 7 e 15 metri: una pratica funeraria tipica dell’Abruzzo protostorico, finora mai attestata in quest’area.

Le sepolture, appartenenti sia ad adulti sia a bambini molto piccoli, testimoniano un’antica comunità in cui il riconoscimento sociale non faceva distinzione d’età. “Ogni tomba, ogni reperto – ha dichiarato la soprintendente Cristina Collettini – è una voce del passato che ci permette di ricostruire la memoria collettiva. La collaborazione tra istituzioni, archeologi e imprese ha reso possibile questo straordinario recupero”.

Il riserbo mantenuto fino a oggi, sottolinea Collettini, è stato fondamentale per tutelare i reperti ed evitare possibili danni. Anche la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province dell’Aquila e Teramo ha confermato che la Società Gasdotti Italiani ha adottato soluzioni tecniche per garantire la prosecuzione dei lavori senza compromettere l’integrità dell’area archeologica.

Questa necropoli apre uno squarcio inedito sulla storia antica del territorio, restituendo alla comunità tracce concrete della vita e della morte degli uomini che popolavano l’Abruzzo oltre 2700 anni fa.

(Foto di repertorio) 

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