Condividi:
Il Comune di Cellino Attanasio è stato condannato a pagare oltre 1,4 milioni di euro in seguito alla sentenza legata alla vicenda dell’Oleificio Vomano. Una vera e propria “mazzata” che pesa come un debito fuori bilancio sulle casse comunali.
A darne notizia è il consigliere di minoranza Massimo Ranalli, che non risparmia critiche all’attuale amministrazione.
“Si tratta di una cifra enorme, un debito fuori bilancio quasi inaspettato, considerato l’atteggiamento tenuto dalla maggioranza negli ultimi anni su questa vicenda giudiziaria”, sottolinea Ranalli.
Il consigliere attacca anche il sindaco Ernino Del Papa, accusandolo di voler minimizzare la questione come se fosse una disgrazia inevitabile o un’eredità del passato:
“Eppure – ricorda Ranalli – il sindaco è al suo dodicesimo anno di mandato e ha seguito direttamente i numerosi procedimenti legali, con appelli e ricorsi in Cassazione che hanno fatto lievitare enormemente le spese legali, arrivando a parcelle esorbitanti”.
Ranalli evidenzia inoltre come, trattandosi di una vicenda che in origine coinvolse diversi consiglieri comunali – alcuni dei quali oggi non più in vita – la minoranza avesse più volte auspicato un approccio conciliativo, cercando una soluzione transattiva. Una strada sempre rifiutata dal sindaco, che ha ribadito la linea dura: nessun esborso senza una sentenza definitiva di condanna.
“Ora – conclude Ranalli – non ci resta che attendere l’ennesimo ricorso in Cassazione, ma il conto per la comunità è già pesantissimo”.
A darne notizia è il consigliere di minoranza Massimo Ranalli, che non risparmia critiche all’attuale amministrazione.
“Si tratta di una cifra enorme, un debito fuori bilancio quasi inaspettato, considerato l’atteggiamento tenuto dalla maggioranza negli ultimi anni su questa vicenda giudiziaria”, sottolinea Ranalli.
Il consigliere attacca anche il sindaco Ernino Del Papa, accusandolo di voler minimizzare la questione come se fosse una disgrazia inevitabile o un’eredità del passato:
“Eppure – ricorda Ranalli – il sindaco è al suo dodicesimo anno di mandato e ha seguito direttamente i numerosi procedimenti legali, con appelli e ricorsi in Cassazione che hanno fatto lievitare enormemente le spese legali, arrivando a parcelle esorbitanti”.
Ranalli evidenzia inoltre come, trattandosi di una vicenda che in origine coinvolse diversi consiglieri comunali – alcuni dei quali oggi non più in vita – la minoranza avesse più volte auspicato un approccio conciliativo, cercando una soluzione transattiva. Una strada sempre rifiutata dal sindaco, che ha ribadito la linea dura: nessun esborso senza una sentenza definitiva di condanna.
“Ora – conclude Ranalli – non ci resta che attendere l’ennesimo ricorso in Cassazione, ma il conto per la comunità è già pesantissimo”.