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A Tortoreto il turismo non è in crisi, sta semplicemente vivendo una trasformazione. Non basta più pensare che “si è sempre fatto così” e chiudere tutto i primi di settembre. L’estate non finisce con il calendario, e la vera sfida è immaginare la destinazione come luogo vivo e attrattivo per dodici mesi all’anno.

Un gruppo di operatori locali ha voluto lanciare un messaggio chiaro: una scritta evocativa, immortalata dall’alto dal drone di Francesco Alberti, per dire che il futuro non è la stagionalità breve, ma l’apertura continua.

Secondo i dati della European Travel Commission, il 9% dei turisti ha già cambiato il proprio periodo di vacanza. Le ragioni sono molteplici:

Clima: luglio e agosto diventano sempre più torridi e affollati, spingendo viaggiatori, soprattutto stranieri, a preferire settembre e ottobre.

Società: cresce la quota di persone con libertà nei tempi di viaggio – pensionati, coppie senza figli o famiglie con ragazzi grandi.

Vacanze diffuse: non più concentrate in poche settimane, ma distribuite lungo l’anno.

Competizione internazionale: se una località chiude, i turisti scelgono mete dove tutto rimane attivo anche dopo l’estate.

Nuove esperienze: mare, certo, ma anche enoturismo, sport, natura e cultura, ormai richiesti quanto e più del relax in spiaggia.

“Se vogliamo attrarre più ospiti internazionali dobbiamo allungare la stagione, spostando il baricentro anche su primavera e autunno”, afferma l’operatore turistico Matteo Di Donato. Non a caso TUI, il maggiore tour operator europeo, ha già esteso di due mesi i pacchetti per Grecia e Turchia.

Il punto, sottolineano gli operatori, non è solo aspettare che il turista arrivi, ma costruire una domanda nuova, con strategie condivise tra pubblico e privato. “Settembre e ottobre, per certi aspetti climatici, sono già i nuovi luglio e agosto – ma serve un’offerta strutturata, una narrazione del territorio e sostegno a chi vuole innovare”.

Perché un luogo viene scelto solo se sa raccontarsi e proporsi. E Tortoreto ha ora l’occasione di farlo: dimostrare che qui l’estate non si chiude con l’inizio della scuola, ma continua con chi sa vivere il mare e le colline in modi diversi, fino a trasformare la destagionalizzazione in una vera opportunità di crescita.

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